mercoledì 25 gennaio 2012

L'importanza della dissezione.

Vi riporto un articolo scritto dalla Professoressa Zecchi sul sito dell'Università di Firenze. 

"L’Anatomia umana ha rappresentato nel corso dei secoli la base delle conoscenze medico-scientifiche nonché il fondamento su cui poggiare la formazione dei futuri medici. Negli ultimi 30-40 anni, però, la formazione anatomica degli studenti in medicina a Firenze, ma con piccole variazioni in tutta Italia, ha dovuto fare a meno di uno strumento importantissimo quale la pratica settoria sul cadavere. Questo fatto risulta legato ad una serie di motivazioni tra cui una legislazione più restrittiva (o una sua interpretazione in tal senso), l’affermazione da parte di alcune delle componenti cliniche della minore importanza di questo strumento nella formazione di base, convinzione spesso avallata anche da una parte di morfologi che preferivano basarsi sul “molecolare” o “strumentale-tecnologico” per la didattica e/o la ricerca, la perdita di personale tecnico qualificato mai sostituito, la progressiva messa fuori norma delle strutture presso le quali la dissezione veniva effettuata, e potrei continuare ancora. [...]  
Per ovviare a queste carenze, negli ultimi anni, in quasi tutte le Università italiane, c’è stato un fiorire di iniziative volte a ripristinare la pratica settoria nella formazione medica. Dal canto nostro, visti i costi proibitivi legati alla messa a norma delle sale settorie e l’impossibilità di utilizzare per scopo didattico i cadaveri afferenti ai servizi di Anatomia patologica e Medicina legale, avevamo attuato un approccio innovativo consistente nella stipula di una convenzione col Comune di Firenze grazie alla quale, in una sala settoria attrezzata delle Cappelle del Commiato, gruppi di studenti avrebbero avuto la possibilità di assistere a dissezioni di cadaveri identificati come “non richiesti” o il cui “uso didattico-scientifico” derivasse da donazione volontaria. 
Ho usato il condizionale perché, dopo la firma della convenzione e la relativa pubblicità data all’evento nel maggio 2009, il cambio di Sindaco e Giunta Comunale ha, di fatto, portato al blocco della stessa convenzione, sulla base di motivazioni senz’altro condivisibili, ma apparentemente non accompagnate da tentativi di soluzione. In particolare, nella convenzione si faceva esplicito riferimento all’art 32 del R.D. n. 1592 (“Approvazione del testo unico delle leggi sull’istruzione superiore”), il quale indicava come:
“… i cadaveri il cui trasporto non sia fatto a spese dei congiunti compresi nel gruppo familiare fino al sesto grado o da confraternite o sodalizi che possano aver assunto impegno per trasporti funebri degli associati e quelli provenienti dagli accertamenti medico-legali (esclusi i suicidi) che non siano richiesti da congiunti compresi nel detto gruppo familiare; sono riservati all’insegnamento ed alle indagini scientifiche…” articolo che è stato completamente cassato nella nuova versione della convenzione proposta dall’attuale Amministrazione Comunale. Senza alcun dubbio tale omissione è legata alla necessità di garantire al massimo i diritti del defunto e dei congiunti, ma la limitazione dell’attività settoria ai soli cadaveri derivanti da donazione volontaria, non può che risultare del tutto carente. [...]"


E' per questi motivi che, ormai da tempo, a Firenze, gli studenti del secondo anno di Medicina si rivolgono ogni anno all'Assessore, tramite lettere o petizioni, per spiegare l'importanza che le dissezioni hanno per il  nostro percorso di studi. 

Finalmente, oggi, grazie agli sforzi e all'impegno dei professori di Anatomia e del Preside della Facoltà e grazie alla passione degli studenti, siamo riusciti ad ottenere un'esercitazione con dissezione.
Un volontario ha donato il suo corpo alla scienza e, anche grazie al permesso della sua famiglia, domani e venerdì si terranno quattro turni da quindici persone per un'ora ciascuno. L'eccitazione tra di noi è molta, tant'è che nonostante le iscrizioni per domani aprissero alle 10, alle 9.15 sessanta persone si fossero già accaparrate il loro posto. 
La speranza, per noi del secondo anno 2011/2012, è che anche gli altri duecento studenti possano avere la possibilità di fare questa esperienza. Ma ci auguriamo soprattutto che la pratica settoria possa tornare ad essere parte integrante del piano di studi della nostra Facoltà.

Con la speranza di non svenire venerdì mattina,
Michela

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