domenica 13 novembre 2011

La prima volta in corsia.

Per quanto mi riguarda, l'esperienza più bella del primo anno è stata quella del Tirocinio.
Il caso (nonchè l'ordine alfabetico) mi ha assegnata al reparto di Osservazione Breve, in cui si trovano le persone che, dopo essere state al Pronto Soccorso, hanno bisogno di ulteriori controlli e analisi prima di essere dimesse o mandate in altri reparti specializzati.
Da orario avremmo dovuto presentarci in ospedale dalle 10.30 alle 13.30, cinque giorni alla settimana di cui uno dedicato al Briefing (durante il quale ci confrontavamo sulle nostre impressioni, tra di noi e con uno psicologo), per due settimane del I semestre.
Ma quello è l'orario in cui in reparto non c'è (quasi) niente da fare, quindi la Capo Reparto ha deciso che io e il mio compagno potevamo arrivare alle 8 per seguire il giro di visite del Medico.
Ovviamente non potevamo fare niente di che, abbiamo misurato le pressioni, ci hanno fatto ascoltare il cuore e i polmoni, qualche volta abbiamo aiutato i pazienti ad alzarsi dal letto. Una mattina invece la Capo Reparto ci ha fatto fare un giro tra i pazienti da soli, prima della visita del medico, per prendere i parametri fondamentali e segnarli su una tabella: frequenza respiratoria, frequenza cardiaca, pressione, temperatura corporea e il punteggio della GCS. La Glasgow Coma Scale è un punteggio che si assegna per valutare lo stato di coscienza e di risposta verbale, motoria e oculare agli stimoli.

Avevamo comprato il camice, ed indossarlo ti fa sentire davvero figo, anche se non sei assolutamente nessuno. Le persone ricoverate provano subito una sorta di rispetto nei confronti di chi lo indossa. C'erano soprattutto anziani, confusi un po' dall'età e un po' dal luogo, che già ci chiamavano "dottore".
Loro si trovano lì, in un letto di ospedale, circondati da medici, specializzandi, tirocinanti, infermieri, specialisti. E sono nudi, non solo nel corpo, ma soprattutto nell'anima. Sono esposti, vulnerabili.
Ti fissano con quegli occhi talmente pieni di fiducia e speranza, che non sai bene come comportarti. Ma nel loro sguardo si legge anche timore, sconforto, paura di non sapere a cosa stanno andando incontro. Per questo cercano rassicurazione e contatto umano, riempiono di domande il dottore, vogliono instaurare un dialogo anche con te che invece puoi solo stare in disparte a guardare, inerme.
Un episodio in particolare credo che lo ricorderò sempre. Durante uno dei giri di visita, è il turno di un signore anziano, sdraiato nel letto senza i pantaloni del pigiama. Il dottore aveva bisogno di farlo alzare in piedi per visitarlo. Io ero lì vicino e ho subito avvertito il suo imbarazzo nel mostrarsi nudo di fronte ad una ragazza così giovane. Il giorno dopo, quando siamo di nuovo passati da lui per il controllo, mi ha chiamata e mi ha chiesto scusa. Sono rimasta un secondo spaesata, perchè non capivo come mai dovesse scusarsi con me. Ed ha poi aggiunto: "Per la visita di ieri...". Si era sentito talmente in imbarazzo, da aver creduto di aver messo me a disagio.

Entrare in reparto, assistere alle sue dinamiche, al lavoro di medici ed infermieri...è di ispirazione.
Mi sono trovata insieme a persone di grande professionalità, ma anche umanità. Al contrario della spocchiosità e freddezza che si trova in altri reparti (stando al racconto di alcuni miei compagni di corso), ad Osservazione Breve si sono mostrati invece tutti gentili e disponibili. Due specializzandi ad ogni visita si prendevano qualche minuto per spiegarmi cosa avesse il paziente o per sapere come mi trovassi all'Università, e i medici cercavano di rendermi partecipe, per quanto fosse possibile.
E non è mancato qualche sorriso e qualche battuta.
"Vuoi fare tu l'esplorazione rettale?", mi ha chiesto uno dei medici una volta. "Ehm, no grazie...". "Ma come? Io lo faccio per te! Magari mi avessero fatto fare pratica al primo anno!" "Molto gentile da parte sua, ma no grazie...". Per i profani, l'esplorazione rettale consiste nel'inserire il dito indice nell'ano del paziente. Capite quindi il mio disagio di fronte a quella domanda, e il divertimento del dottore nel pormela. :P

Ogni mattina mi alzavo con l'entusiasmo e la speranza di imparare cose nuove e soprattutto "pratiche", e le mie aspettative non sono state deluse.
Stare china sui libri otto ore al giorno non è esattamente la motivazione principale per cui ho scelto questa strada. :)

Michi

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